E-commerce: cammino in salita per l’Italia
“Luci e ombre del commercio online in Italia”, è questo il titolo del nuovo Rapporto sull’e-commerce 2017 diffuso da Bem Research e i cui dati lasciano ben sperare, ma ancora non bastano al Belpaese per recuperare il gap con i partner europei. L’e-commerce italiana registra una crescita complessiva del 23,8 per cento su base annua raggiungendo il valore di 26 miliardi di euro nel 2016, dati che evidenziano il ritardo italiano rispetto la Germania, Francia, Spagna; divario che peggiora ulteriormente se facciamo riferimento al fatturato prodotto da internet nel 2016 dalle piccole e medie imprese (Pmi): una perdita netta del 25 per cento (il 6 per cento del totale nel 2016 contro l’8 per cento del 2015). L’e-commerce italiano disegna anche una mappa delle regioni nello slancio di settore: leregioni più virtuose sono Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Lombardia, mentre le meno propense rimangono la Campania, Calabria e Sicilia nonostante in regioni come la nostra registrano un boom e cosiddette “digital companies”.
Nell’Isola le imprese che operano nel settore digitale sono complessivamente 7.480: da gennaio a settembre ne sono nate 377 e quasi la metà di queste sono state fondate da un giovane con meno di 35 anni. Si conferma la volontà di investire nel settore, ma manca ancora la diffusione della cultura di impresa e azioni concrete volte a promuovere l’innovazione tecnologica delle aziende. Non mancano tuttavia le novità in fatto di sicurezza online: per tutelare i consumatori gabbati da venditori poco trasparenti, il Parlamento Europeo ha appena approvato nuove regole per dare più potere alle autorità nazionali. In Italia, all’Antitrust il compito di agire come “investigatore privato”, imporre ai siti inadempienti di pubblicare un avvertimento visibile a tutti gli utenti o ordinare che venga rimosso un contenuto; rivolgersi ai gestori dei registri di domini e alle banche per identificare i commercianti disonesti.
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